Vasco Rossi, noto come “Il Blasco,” è un’icona della musica italiana e uno dei più grandi cantautori rock del nostro tempo. Nella sua lunga carriera, Vasco ha rappresentato la ribellione, la passione, e la determinazione. Le sue canzoni sono diventate inni generazionali, capaci di attraversare epoche e stili musicali, mentre la sua vita tumultuosa e la sua capacità di sopravvivere alle avversità lo hanno reso un “supervissuto”. Vasco Rossi incarna il desiderio di libertà, esprimendo le emozioni di un’intera nazione attraverso la sua musica e il suo spirito indomabile.
<<Sono sopravvissuto agli anni 70, quando c’erano le brigate rosse, le lotte comuniste, Lotta Continua e Potere Operaio, io ero un indiano metropolitano che cercavo di migliorare me stesso perché ero l’uomo anarchico. Mi sembravano matti quelli che chiamavano Potere Operaio e poi erano studenti, e poi il pomeriggio tornavano a casa dai genitori e la lotta finiva lì. Poi ho superato gli anni 80, gli anni da bere ma anche i più belli, più divertenti. Io sono sopravvissuto facendo del rock. Ho cominciato a fare del rock in italiano e sono diventati pezzi generazionali e canzoni provocatorie. Poi sono sopravvissuto agli anni 90 quando ho voluto costruire una famiglia. La scelta più trasgressiva che poteva una rock star. Uscire dallo stupido hotel. Vivere…la fine del millennio è quando tutti gli amici hanno cominciato a morire intorno io sono andato in depressione e anche lì sono andato avanti. Ho affrontato gli anni anni 10 mantenendo sempre il livello dei concerti dal vivo straordinario. Sono sopravvissuto a tre malattie mortali nel 2011, quando sono andato in coma tre o quattro volte. Preso per un pelo, fino a quando è arrivata questa catastrofe mondiale. Io penso che sopravviverò anche a questo virus del cazzo. Forse, però, sai cosa c’è? Morirò di noia durante il lockdown. Devo dirti, però, una cosa alla fine, se ci penso non sono solo un sopravvissuto…>>, ma come afferma lo stesso Vasco nel docufilm in onda su Netflix a partire dal 27 settembre <<io sono un supervissuto>>.
Andare oltre la leggenda, scavare nel mito di quello che non è stato solo un personaggio ma di colui che ha battuto tutti i record mondiali.
…Ehi, c’ero anche io a Modena Park in reggiseno, eravamo felici, eravamo il popolo del Blasco….e siamo e saremo il popolo del Blasco perché le sue canzoni come ribadito hanno una connotazione generazionale.
Chi è Jenny? Un alter ego dell’autore durante i suoi periodi più bui. E Sally? Leggenda vuole fosse una prostituta serba. Perché Vasco le donne le ha raccontate e le sa raccontare in tutte le proprie sfaccettature. Allora aveva già capito che la conduttrice TV Barbara D’Urso sarebbe divenuta la diva del sabato sera. E, poi, Zocca luogo natio dove tutti i giorni si affacciava e vedeva una bambina innocente andare a scuola con lo zaino sulle spalle. Albachiara, cioè quella canzone che la gente non si stanca mai di sentire. Ma Vasco nella sua Los Angeles si sente a casa, ha strumenti ancora più tecnici per registrare e in merito a tutte quelle droghe poiché sottolinea <<le ho provate tutte e sono un sopravvissuto>> e se qualcuno si chiede se sia un idolo che ha plasmato generazioni su generazioni o un cattivo esempio il popolo del Blasco risponderebbe che tutti vorremmo una vita da rockstar!
Selene Bruni
