Insieme alla voglia di ballare ed ai nuovi sintetizzatori e tastiere elettroniche prodotte in quegli anni, di certo a fare da protagonista nella nuova scena musicale sia internazionale che italiana furono le drum machine. Usate spesso da sole, ma in altri casi affiancate a set di batteria e percussioni tradizionali.
Cos’è l’Italo disco?
L’Italo disco è un genere musicale nato in Italia alla fine degli anni ’70 e sviluppatosi negli anni ’80, caratterizzato da un uso predominante di sintetizzatori, drum machine, voci filtrate o alterate e melodie orecchiabili. L’Italo disco ha avuto una grande influenza sulla musica dance e pop internazionale, soprattutto in Europa, ma anche negli Stati Uniti e in America Latina. Alcuni dei maggiori esponenti dell’Italo disco sono stati Giorgio Moroder, La Bionda, Gazebo, Kano, Pino D’Angiò, Valerie Dore, Ryan Paris, Baltimora, Sabrina Salerno, Raffaella Carrà e molti altri.
Le drum machine nell’italo disco
Le drum machine sono apparecchiature elettroniche in grado di generare suoni di batteria e percussioni, programmando dei ritmi tramite una sequenza di pulsanti o una tastiera. Le drum machine hanno permesso ai musicisti di creare basi ritmiche senza dover usare una batteria vera o dei musicisti dal vivo. Le drum machine hanno anche aperto nuove possibilità creative, permettendo di modificare il timbro, il volume, il pitch e l’effetto dei suoni.
Le drum machine più usate nell’italo disco furono quelle prodotte dalla Roland Corporation, una azienda giapponese leader nel settore dell’elettronica musicale. In particolare, i modelli più usati furono la Roland TR-808 e la Roland TR-909.
Oltre alle drum machine della Roland, nell’italo disco vennero usate anche altre drum machine di produzione italiana o straniera. Alcune di queste furono:
La Linn LM-1, prodotta dalla Linn Electronics nel 1980 ed è stata la prima drum machine a usare campionamenti digitali di batteria reale. La LM-1 aveva 12 suoni diversi: bass drum, snare drum, hi-hat, cabasa, tambourine, conga, cowbell, clave, tom-tom, hand clap, crash cymbal e ride cymbal. La LM-1 era programmabile tramite una tastiera e aveva una memoria interna di 100 ritmi.
La Eko ComputeRhythm, prodotta dalla Eko Music Group nel 1978 ed è stata una delle prime drum machine italiane. La ComputeRhythm aveva 16 suoni diversi: bass drum, snare drum, hi-hat, rim shot, hand clap, cowbell, cymbal, conga, bongo, tom-tom, clave, maracas, guiro, wood block, tambourine e metronome. La ComputeRhythm era programmabile tramite una serie di interruttori e aveva una memoria interna di 32 ritmi.
La Elka Drummer One, prodotta dalla Elka nel 1982. È stata una delle drum machine più usate nell’italo disco. La Drummer One aveva 12 suoni diversi: bass drum, snare drum, hi-hat, rim shot, hand clap, cowbell, cymbal, conga, bongo, tom-tom, clave e maracas. La Drummer One era programmabile tramite una tastiera e aveva una memoria interna di 64 ritmi.
Alcuni brani caratterizzati dall’uso delle drum machine citate
Tra i numerosi brani di italo disco che hanno fatto uso delle drum machine citate, ne possiamo ricordare alcuni che si sono distinti per il loro successo o per la loro originalità. Ecco una selezione di dieci brani con le relative drum machine usate:
- I Feel Love di Donna Summer, prodotto da Giorgio Moroder nel 1977. Considerato il primo brano di italo disco e uno dei primi brani ad usare la Roland TR-808. Un brano rivoluzionario che ha creato un suono ipnotico e futuristico con la batteria sintetica e il sintetizzatore Moog.
- Spacer Woman di Charlie, prodotto da Maurizio Cavalieri nel 1983. Un brano di space disco con una base ritmica pulsante e una voce robotica. Il brano ha usato la Roland TR-808 per creare un groove semplice ma efficace.
- Dolce Vita di Ryan Paris, prodotto da Pierluigi Giombini nel 1983. Un brano di successo internazionale con una melodia orecchiabile e una batteria sintetica. Il brano ha usato la Roland TR-808 per creare un ritmo incalzante e accattivante.
- Happy Children di P. Lion, prodotto da Davide Zambelli nel 1983. Un brano con un tema infantile e una drum machine che simula il battito cardiaco. Il brano ha usato la Roland TR-808 per creare un effetto emotivo e coinvolgente.
- Take Me Up di Scotch, prodotto da Walter Verdi nel 1985. Un brano con un ritmo incalzante e una linea di basso sintetico. Il brano ha usato la Roland TR-909 per creare un suono potente e dinamico.
- Future Brain di Den Harrow, prodotto da Roberto Turatti e Miki Chieregato nel 1985. Un brano con una atmosfera futuristica e una drum machine che crea effetti sonori. Il brano ha usato la Roland TR-909 per creare un suono ricco e spaziale.
- Touch Me di Samantha Fox, prodotto da Jon Astrop nel 1986. Un brano con una voce sensuale e una batteria potente e dinamica. Il brano ha usato la Roland TR-909 per creare un suono aggressivo e seducente.
- Pump Up The Volume di M|A|R|R|S, prodotto da Martyn Young e Steve Young nel 1987. Un brano che ha segnato la nascita dell’house music e che ha usato la Roland TR-909 in modo innovativo, combinandola con campionamenti vari.
- I’m a Vocoder di Lectric Workers, prodotto da Bruno Bergonzi nel 1982. Un brano che fa uso della voce vocoderizzata come elemento principale del brano. Il brano ha usato la Linn LM-1 per creare un ritmo sincopato e articolato.
- Maracaibo di Lu Colombo, prodotta da Mario Lavezzi nel 1981. Un brano che mescola elementi di italo disco, reggae e pop. Il brano ha usato la Eko ComputeRhythm per creare un suono caldo e tropicale.
L’eredità dell’italo disco
L’italo disco ha avuto un impatto duraturo sulla musica dance e pop, influenzando generi come l’house, il techno, l’eurodance, il synth-pop e il nu-disco. Molti artisti contemporanei si sono ispirati all’italo disco per ricreare suoni ed atmosfere vintage di quel periodo. Alcuni esempi sono:
- The Kolors, un trio italiano formato da Stash Fiordispino (voce e chitarra), Alex Fiordispino (batteria) e Daniele Mona (sintetizzatore). Il loro stile mescola elementi di italo disco, synthwave e pop. Nel 2020 hanno pubblicato l’album Italo Disco Forever, omaggio al genere degli anni ’80 con brani originali e cover.
- Vitalic, un produttore francese di musica elettronica, noto per il suo uso di sintetizzatori analogici e drum machine. Il suo stile combina elementi di italo disco, techno e electro. Nel 2017 ha pubblicato l’album Voyager, ispirato alla musica degli anni ’80 con brani come Waiting for the Stars e Sweet Cigarette.
- Chromatics, un gruppo statunitense di musica elettronica, formato da Ruth Radelet (voce), Adam Miller (chitarra), Nat Walker (batteria) e Johnny Jewel (sintetizzatore). Il loro stile si basa su sonorità minimaliste e malinconiche di italo disco, synth-pop e dream pop. Nel 2019 hanno pubblicato l’album Closer to Grey, con brani come You’re No Good e Twist the Knife.